Bisogna «prepararsi» per fare un viaggio in Giappone. Perché questo è il Paese dove niente è mai quello che sembra.

Le geishe di Kyoto non sono «donnine allegre», il kimono va chiuso a sinistra, e trovare l’uscita nel metrò di Tokyo è possibile. Lo sapevate?

Allora, dopo aver scelto il periodo migliore per partire – essendo il Giappone molto esteso, la differenza di temperatura fra nord (Hokkaido) e sud (Kyushu) è notevole – ovvero ottobre oppure marzo-aprile, in concomitanza con la fioritura dei ciliegi, quello che dovete fare subito è: procurarvi una mappa del metrò, possibilmente in inglese, vi sarà utilissima. Basta sapere in quale fermata scendere, il resto verrà da sé; trovare un «local angels» (su Facebook, sui forum di Tripadvisor, contattando una guida sui siti specializzati come Japan Experience) che vi darà un’infinità di dritte di etichetta e non solo, che saranno più utili di cento manuali! Vi garantiamo che un vademecum umano farà la differenza.

Infatti solo un giapponese sa come si esce dalla stazione più affollata del mondo (Shinjuku, 3 milioni e mezzo di passeggeri al giorno), dove trovare le zone più cool (Yanesen, con il suo tempio Nezu Shrine che a marzo fiorisce di azalee per le vecchie case, l’elegante Ginza per il lusso, e Kamiyamacho, la parte di Shiguya dei localini hipster, per i modaioli), e dove mangiare il miglior sushi.

Quali le mete imperdibili?

Sicuramente le città più famose: Tokyo, Kyoto, Hiroshima, collegate dal velocissimo treno Shinkansen. Per noi europei c’è il Japan Rail Pass un’abbonamento ferroviario a prezzo molto conveniente con il quale poter girare liberamente su tutti i treni, (si compra solo in Italia e dura 7, 14, 21 giorni).

Le prime due città meritano almeno 3 giorni ciascuna.

Tokyo. Tanto per cominciare, munitevi di ombrello: qui piove molto. La capitale giapponese, vi offrirà i grattacieli di Shinjuku e il mondo futuristico di Odaiba, i locali di Roppongi, il famoso crossing di Shibuya, il variopinto passeggio di Harajuku oltre ad angoli dove il tempo pare esserci fermato, come l’antico quartiere di Asakusa o i giardini del Palazzo imperiale.

Se avete voglia di addentrarvi nel Giappone più classico, quello dei samurai e delle geishe, Kyoto non vi deluderà. Resterete incantati dal Tempio d’oro e da quello d’Argento, dalle complesse architetture del Kiyomizu-dera o dai giardini zen del Ryoan-ji o del Tofuku-ji. Bellissime le antichissime strutture del Byodo-in o il famoso bosco di bambù di Arashiyama. Una chicca è il tempio buddista Jojakkoji, diretto dall’elegante e coltissimo monaco Kenyu Nagao.

Per quanto riguarda le geishe, invece, sappiate che, a dispetto del falso stereotipo che le vede protagoniste di chissà quali arcaici e sopraffini piaceri erotici, hanno miriadi di regole molto rigide, escono poco, quasi sempre dopo il tramonto, per cui quelle in giro sono quasi tutte false, turiste o imitatrici, a volte nemmeno giapponesi. Camminano velocemente, non si guardano in giro, e si riconoscono dal sandalo rosso e dai fiori nei capelli abbinati alla stagione (le false si mettono il primo fiocco che capita).

Hiroshima è famosa in tutto il mondo per lo sgancio della prima bomba atomica della storia. A ricordo di questo evento sono stati creati il parco della memoria e il museo della pace; il Peace Memorial Park, una delle caratteristiche più importanti della città. Il Parco della Pace, invece, si estende per oltre 120.000 metri quadrati. I suoi alberi, prati e sentieri sono in netto contrasto con il centro della città circostante.

Vicino al parco si trova l’A-Bomb Dome, parte del patrimonio dell’umanità UNESCO, ovvero i resti del palazzo che ospitava la fiera commerciale della prefettura di Hiroshima. È uno dei pochi edifici rimasti in piedi dopo lo scoppio della bomba.

Se avete tempo, ritagliatevi qualche giorno anche per località meno note, ma degne di una visita:

– Osaka non è una città particolarmente bella ma può valere la pena usarla come base d’appoggio per visitare altre città.

– Nara con il grande Budda e i cervi addomesticati nel Parco;

– l’antica Ise, con il tempio scintoista in legno che viene distrutto e costruito ogni 20 anni;

– la splendida Nikko, patrimonio dell’Unesco, con antichi templi in mezzo al bosco;

– l’isola di Miyajima con il grande Tori (portale sacro) immerso nell’acqua;

– il monte Fuji con le località termali di Hakone;

– Kamakura con il grande Budda che ha resistito a tsunami e terremoti vari;

– Himeji con l’unico castello rimasto intatto, e dove hanno girato il film L’ultimo Samurai con Tom Cruise;

– se volete provare anche il mare, non perdetevi Shirahama con la bellissima onsen (sorgente termale all’aperto) che si tuffa nell’oceano.

Non è Giappone, infatti, se non c’è onsen: il bagno nella vasca termale tradizionale.

Molti ryokan (albergo tradizionale giapponese il cui stile è rimasto pressoché immutato nel tempo) ne hanno di privati, romantici e degni di un film. Qui trovate ben piegato il vostro yukata, il chimono leggero, la fascia obi per chiuderlo e gli zoccoli di legno.

Più divertente, da gita tra amici, Kinosaki Onsen, le terme cittadine, a 2 ore e mezzo di treno da Kyoto.

Così, scivolando sulle pietre antiche, ci si unisci agli altri entrando e uscendo dai sette diversi edifici dei bagni fino a tarda notte. Tra i più belli, quello che chiamano Ichino-Yu. L’acqua è bollentissima, 42 gradi, e si va nudi, uomini e donne separati.

Infine, ultime cose utili da sapere sul Giappone:

– i giapponesi non parlano inglese, nè qualsiasi lingua che non sia il giapponese; però sono tutti talmente cortesi e ospitali, che in un modo o nell’altro ci si arrangia, ci si intende. Gli uffici informazioni riescono a fare prenotazioni su treni e hotel. Meglio non essere sprovvisti di un vocabolarietto con le parole di sopravvivenza (acqua, grazie, stazione, destra, sinistra). Soprattutto se si vuole viaggiare da soli, senza local angel.

–  Il Giappone è un Paese molto sicuro. Si può viaggiare senza paura di scippi, furti o criminalità, proprio perché le persone tendono a essere molto gentili e disponibili.

–  in Giappone non si mangia solo sushi: ci sono diverse trattorie con piatti a noi sconosciuti. Nonostante sia una cucina priva di oli, burri o condimenti, sa essere molto variegata. Buonissime le polpette e gli spiedini di pollo (tsukunè e yakitori), l’okonomyiaki, il tofu, i dolci con la marmellata di azuki. Per chi non resiste troppi giorni senza cibo occidentale, nelle grandi città ci sono anche ottimi ristoranti italiani e catene come Starbucks.